CORSO DI DESIGN 2017-2018

PROF ARCH CECILIA POLIDORI

Sixties Design in the World

Metal, Plastic, Fashion, Music, Cinema and TV - LEZIONI e PIATTAFORME DIDATTICHE - Creative Crowdsourcing Design Platform

/ deepsdesignbycp@gmail.com

LABORATORY DESIGN methods by use of creative platforms -
Interactive Systems for the Creation and Evolution of Web Platform Projects,
Prototyping, Communication Strategy, Crowdsourcing Design, Processing Platforms,
an experimental project on interoperability of research and teaching of Data-Design
conducted through innovative scenarios and forms of organization of the processes
of interactive and collective learning.
PROJECTS, EXPERIMENTS AND PROTOTYPES WITH DIFFERENT MATERIALS

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© foto cecilia polidori

© foto cecilia polidori
Laboratorio Design in Dipartimento 7 Settembre 2017 12.36

FORMAT MODALITà per la PRESENTAZIONE degli elaborati "freak & pop design - design frikkettone" tema & sperimentazione/ FOTO, PROTOTIPO, ETCHETTA. RIFERIMENTI (: MUNARI forchette parlanti, MARI e MUNARI, Arte programmata/ Carelman catalogo oggetti introvabili/ Dubuffet/ Idiana, Love/ Warhol Ten Punching Bags/ Claes Oldemburg, soft typerwriter/ Lichtenstein Ohhh...Alright.../ Rauschenberg Coca-Cola Plan/ Wesselmann Still Life n.30, 20 e 49, Interior No. 2, De Chirico, Dali, etc...)

FORMAT MODALITà per la PRESENTAZIONE degli elaborati "freak & pop design - design frikkettone"  tema & sperimentazione/ FOTO, PROTOTIPO, ETCHETTA. RIFERIMENTI (: MUNARI forchette parlanti, MARI e MUNARI, Arte programmata/ Carelman catalogo oggetti introvabili/  Dubuffet/ Idiana, Love/ Warhol Ten Punching Bags/ Claes Oldemburg, soft typerwriter/ Lichtenstein Ohhh...Alright.../ Rauschenberg Coca-Cola Plan/ Wesselmann Still Life n.30, 20 e 49, Interior No. 2, De Chirico, Dali, etc...)
presentazione FORMAT DEFINITIVO

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Corso: DESIGN

revisioni e colloqui (Altro)
Raccomandazione per gli allievi che si presenteranno ai colloqui e revisioni progettuali: la discussione sarà possibile solo per chi presenterà le tavole complete della Fase punto 1., punto 2., e punto 3. del FORMAT DEFINITIVO (vedi pdf in Materiale didattico "000000a. FORMAT DEFINITIVO DI PRESENTAZIONE DELL'ELABORATO tema & sperimentazione e RIFERIMENTI (dispensa)", e link sulla piattaforma didattica web: https://designpolidori.blogspot.it/p/ema-sperimentazione-dellanno-appunti.html - ovviamente in formato cartaceo).
Non saranno ammessi quindi racconti a voce su intenzioni o preghiere, né foto dell'oggetto analizzato su cellulari o simili supporti digitali.
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FORMAT DEFINITIVO
presentazione a stampa su A3 e digitale usb esclusivamente formato jpeg/jpg.
1. (max 2 tv) rilievo esemplare scelto e smontato nelle sue parti- componenti con nomenclatura, quote e caratteristiche funzionali (vedi format/esercitazione "FORMAT ESERCITAZIONE PRE-PROGETTO 26 Ottobre" - design frikkettone - corso di design 2017-8: FORMAT ESERCITAZIONE PRE-PROGETTO 26 Ottobre - https://designpolidori.blogspot.it/p/esercitazione.html 

ESERCITAZIONE PRE-PROGETTO 26 OTTOBRE 2017 -
in aula ogni allievo porterà un proprio oggetto da smontare e rilevare, quindi  ne dichiarerà funzioni e status.
FORMAT
  • MATERIALE: oggetto a scelta individuale da scomporre e rilevare. 
  • CARATTERISTICHE: trasportabile facilmente, dimensioni minime 18 cm; componente obbligatoria di parte meccanica o elettronica.
  • Determinazione e assegnazione delle fasi e degli elementi.
  • Strumentazione idonea per smontaggio dell'oggetto e sua misurazione.
  • Attrezzatura atta al rilievo: carta formato A3, matita, righello, foto, etc.
  • Indagine storia & status: nome, produzione, periodo, caratteristiche e peculiarità funzionali, cosa, dove, come se ne sia in possesso.
  • Esempi & tipologie riconoscibili e ritrovate.
  • Conoscenza/valore (significato del prototipo, etc.)
L'ESERCITAZIONE individuale consiste nel rilievo di ciascuna parte dell'oggetto scelto e trasportato.

FASI:
Nel corso dell'ESERCITAZIONE l'oggetto verrà presentato e approvato (vedi caratteristiche richieste).
Successivamente si procederà al rilievo delle componenti: foto e disegno, schizzi con schemi di montaggio, dettaglio delle parti componenti, annotazioni ed eventuali varianti cromatiche delle singole parti e nell'insieme. Prospetti, pianta e sezioni.

DOCUMENTATIONE: nomenclatura dell'oggetto & denominazione delle parti & caratteristiche funzionali.

NOTA BENE:
Fondamentale presentarsi con quanto richiesto. Nel dubbio è possibile presentare più oggetti con i requisiti richiesti. A conclusione dell'Esercitazione verrà fornita la valutazione delle fasi svolte.
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DESIGN TREASURE HUNT TEAM  /ESERCITAZIONE PRE-PROGETTO 9 Novembre 2017 -

in aula ciascuno dei 36 allievi porterà l' oggetto che ha smontato e rilevato in aula il 26/X e completato e commentato successivamente seguendo il FORMAT con relative tavole.
FONT - per il completamento e commento del FORMAT/ESERCITAZIONE PRE-PROGETTO  e relative tavole vedi link: 
design frikkettone - corso di design 2017-8: FONT stampatello e corsivo - https://designpolidori.blogspot.it/p/font-esercizio.html.
In base alle tipologie affrontate il 26/X, 5 squadre si affronteranno per una caccia al tesoro/TEST n2. Ogni squadra avrà un proprio spazio e ciascun allievo prenderà posto nella propria area disponendo i materiali (oggetto+tavole prodotte) e agevolando tempi e ricerche che si svolgeranno soprattutto in base al programma sin qui svolto e all'esito e completamento dei disegni impostati in aula nel Laboratorio del 26/X.

FORMAT tema & sperimentazione  -
come progetto un secondo esito dell'oggetto/i 
  • SCELTA E CONTROLLO DI CIASCUN OGGETTO, RILIEVO DELLE PARTI, COMMENTO, ETC.
  • cosa può diventare? 
.... che farne della radio - o pezzi, del ventilatore - o pezzi? 
oppure del gruppo lampade (sette allievi o +)?
banale farne solo lampade.  
un oggetto che altro può diventare? ad esempio una bilancia, come realizzare una bilancia? un telefono può diventare uno scolapasta? e uno specchio? come cannibalizzare una torcia elettrica?
prima domanda: 
  • cosa si può realizzare con l'oggetto /o parti di esso? o multipli di esso? o fuori scala?
vincoli: o individuale o del gruppo affine, non ibridato in altri!


2. una tv di foto dell'esemplare scelto e smontato nelle sue componenti/parti
3. una tv con schizzi a mano libera e idee pre-progetto
4.una tv del prototipo realizzato con: 
1 foto zenitale (vedi caratteristiche foto)
1 foto frontale
1 foto retro
2 foto prospettiche
1 foto con rapporto ergonomico
(eventuale) 1 foto acceso/spento
  • ogni immagine va numerata e titolata (comprese quelle di riferimento) e corredata da un commento/didascalia che ne spieghi brevemente il significato.
  • la stampa va corredata dal titolo del lavoro e dal Nome e COGNOME dell'allievo.
  • le immagini devono essere nitide, contrastate e rese al meglio della visibilità (i bianchi devono essere bianchi e non azzurrini o marroni, etc etc.)
  • qualità delle fotografie: le foto devono essere scattate con la luce solare (meglio se pomeridiana) che produce contrasti e ombre lunghe e nitide su fondo/fondale bianco.foto dell'oggetto su un piano, caratteristiche delle foto le solite condizioni di luce diurna, all'aperto, sole pomeridiano, forte contrasto di ombre, fondo bianco, etc etc)
  • ogni prototipo prevede un'etichetta stampata nelle dimensioni opportunamente proporzionate alla grandezza del prototipo realizzato, su carta bianca adesiva o incollata, completata con Nome e Cognome e titolo dell'opera, essa andrà applicata nella parte interna o retrostante. 
    ETICHETTA da completare, dimensionare ed incollare sul prototipo
  • è opportuno scattare sempre foto delle fasi della realizzazione dell'oggetto soprattutto se esso muterà dopo le discussioni e nel caso venissero quindi richieste ulteriori ed eventuali immagini delle fasi del processo progettuale. 
  • non sono ammessi fotomontaggi, impaginati unici, rendering, schemi, etc ma solo semplici fotografie contrastate e nitide. Ad esclusione delle eventuali foto riguardanti le fasi di lavoro. N.B.: non sono ammesse foto scattate con luce artificiale e senza il fondo bianco. 
---------------------------------------------esempi:
1. da:
DEEPS DESIGN 1 by Cecilia Polidori - corso di DESIGN 4CFU integrativo al Laboratorio 2011-12 - DEEPS DESIGN 1 by Cecilia Polidori: Maria Lorenza Crupi, "Skep Bracelet"  (foto Cecilia Polidori) 
http://deepsdesign1.blogspot.it/p/secondo-contributo.html Pubblicato da Maria Lorenza Crupi a 4/23/2012 04:21:00 PM

2. da:
Design and Evolution of Experimental Prototypes Seggested - Laboratorio DEEPS Design 2012-13 - profondità progettuali - corso di DESIGN di 4CFU - 7a piattaforma pilota - piattaforma elaborazione - deepsdesignbycp@gmail.com
DEEPS DESIGN 6 by Cecilia Polidori: *OCCHIALI CAPOGROSSI - giovedì 30 maggio 2013
http://deepsdesign6byceciliapolidori.blogspot.it/2013/05/occhiali-capogrossi_30.html


3. da:

mercoledì 8 giugno 2011 "My handmade book: libro oggetto portaoggetti - variabile!"

4. da: Design - prof C Polidori - 2015/16
freak & pop design - design frikkettone 4 - Cecilia Polidori - Sixties Design in the World: Metal, Plastic, Fashion, Music, Cinema and TV - LEZIONI - PIATTAFORME DIDATTICHE - http://designfrikkettone4.blogspot.it/
5. da:
Cecilia Polidori - Sixties Design in the World: Metal, Plastic, Fashion, Music, Cinema and TV - LEZIONI - PIATTAFORME DIDATTICHE CORSO DI DESIGN 2016-2017 - deepsdesignbycp@gmail.com - freak & pop design . design frikkettone 1 - designfrikkettone1,blogspot.it - http://designfrikkettone1.blogspot.it/
freak & pop design . design frikkettone 5: Roberta Monfalcone - "Twist_Chair" - https://designfrikkettone5.blogspot.it/2017/03/01_7.html


  • esempi & suggerimenti
da: 
Bruno Munari, Le Forchette parlanti, 1958
vedi

Bruno Munari, Venezia 1992, Forchette parlanti - YouTube

https://www.youtube.com/watch?v=fKKjOCevdXQ

13 nov 2007 - Caricato da Luca Zaffarano
Bruno Munari, Venezia 1992, Una lezione all'Università.
https://www.youtube.com/watch?v=fKKjOCevdXQ
da:
Jacques CarelmanCatalogue d'objets introuvables et cependant indispensablesBalland éditeur, 1969, trad.it. Catalogo d'oggetti introvabili, ed. Mazzotta, Milano, 1995.
Jacques CarelmanCatalogue d'objets introuvables et cependant indispensables/ tomme deuxBalland éditeur, 1976, trad.it. Catalogo d'oggetti introvabili/ volume secondo, ed. Mazzotta, Milano, 1979 




 
esperienze Pop e Funk degli anni Sessanta
Jean Dubuffet, sculpture: "non bisogna andar lontano per cercare le rarità, basta guardarsi attorno, perché anche le cose brutte nascondono meraviglie insospettate. Anche l’uomo medio, secondo Dubuffet, coi mezzi comuni a sua disposizione può creare autentici capolavori."
Jean Dubuffet Monument with Standing Beast, 1984, CHICAGO, 100 W Randolph St, IL 60601 (James R. Thompson Center).
Dopo il 1966 sperimenta nuovi materiali per le sculture e realizza numerose opere policrome in polistirolo espanso. © foto cecilia polidori, 2011
Jean Dubuffet Monument with Standing Beast, 1984, CHICAGO, 100 W Randolph St, IL 60601 (James R. Thompson Center). © foto cecilia polidori, 2011
Jean Dubuffet Monument with Standing Beast, 1984, CHICAGO, 100 W Randolph St, IL 60601 (James R. Thompson Center). © foto cecilia polidori, 2011
Jean Dubuffet, Group of Four Trees1972One Chase Manhattan Plaza, New York, NY 10005
Robert INDIANA, Love, 1970 (1964), New York,  6th Avenue, located on 54th and 6th/ Avenue of Americas. Cor-ten steel (acciaio inossidibaline). © foto cecilia polidori, Ottobre 2016

Andy Warhol and Jean-Michel BasquiatTen Punching Bags (Last Supper), 1985-86, Andy Warhol Museum, Pittsburg, PA.
Claes Oldenburg, soft sculpture - Typewriter, 1963
Claes Oldemburg, soft typerwriter,'Ghost' Version, 1963
foto cecilia polidori
Roy Lichtenstein,  Ohhh...Alright..., 1964. Novembre 2010: venduto a un record di US $ 42,6 milioni (26,7 milioni £) ad una vendita da Christie's a New York, which surpassed the 2005 $16.2 million Lichtenstein record set when In the Car sold.
PopArt Attack yellow
Robert Rauschenberg, Coca-Cola Plan, 1958
Tom Wesselmann (23 febbraio 1931, Cincinnati, Ohio - 17 dicembre 2004, New York City, New York)Still Life n.30, collage Pop Art, Aprile 1963MOMA Museum NYC - Oil, enamel and synthetic polymer paint on composition board with collage of printed advertisements, plastic flowers, refrigerator door, plastic replicas of 7-up bottles, glazed and framed color reproduction, and stamped metal, 48 1/2 x 66 x 4" (122 x 167.5 x 10 cm)/ Olio, smalto e vernice polimero sintetico al bordo; composizione con collage di annunci pubblicitari stampati, fiori di plastica, porta di frigorifero, repliche di bottiglie di plastica 7up, riproduzione colori vetro, incorniciato e metallo stampato, 122 x 167,5 x 10 cm. donazione di Philip Johnson 1970 - 
© foto cecilia polidori MOMA NYC, 16 Marzo, 2011

Tom WesselmannStill Life n.20

Tom WesselmannStill Life n.491964, Tecnica mista e montaggio a bordo (con vernice polimero e Grip-Flex vernice su plastica), 152.40 x 121.92 x 36.19 cm.
Tom Wesselmann Interior No. 2, 1964, acrilico e collage, compresi ventilatore, orologio e luce fluorescente di lavoro, 152.40 x 121.92 x 12.7.
©foto cecilia polidori, Rocky Philadelphia, 2010
© foto cecilia polidori, NEW YORK sabato 24 settembre 2016
©foto cecilia polidori New York, settembre 2016
©foto cecilia polidori New York, settembre 2016
©foto cecilia polidori New York, settembre 2016
©foto cecilia polidori Key West, FLORIDA, maggio 2013
©foto cecilia polidori Key West, FLORIDA, aprile 2013
Cecilia Polidori, autoritratto all'esterno e sotto The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, USA, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo, agosto 2011.
Cecilia Polidori, autoritratto in The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, USA, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo, agosto 2011.

Cecilia Polidori, autoritratto in The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, USA, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo, agosto 2011.
vedi: freak & pop design . design frikkettone: LEZIONE 1 definizione design vuol dire progetto/ le Cabanon 1949/ Wesselmann natura morta 1963/ POP ART & mass media/ generazione "boom" economico
- http://designfrikkettone.blogspot.it/p/frikkettone-etimologia-definizione-e.html
.
crf anche: le corbusier pittore - Cerca con Google 
- https://www.google.it/search?q=le+corbusier+pittore&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwj1--vQgJbZAhXNDuwKHfFnBxcQ_AUICigB&biw=1104&bih=617#imgdii=xXF3RmaOFqDDGM:&imgrc=JTFtoTPbWW4jJM:
Giorgio De Chirico, Il ritorno di Ulisse, 1968
Salvador Dali,  Apparition of Face e Fruit Dish on a Beach , 1938, olio su tela

Bruno Munari, Enzo Mari e l'Arte Programmata, in: Pubblicato da allievo del corso

http://design-cecilia-polidori-2014-1.blogspot.it/2013/11/bruno-munari-enzo-mari-e-larte.html
- https://www.unirc.it/documentazione/materiale_didattico/1463_2013_354_17949.pdf


AGGIORNAMENTO scheda d'insegnamento/programma e 3 nuovi post in bibliografia (programma)Icona dell'estensione dell'allegato

giovedì 14 novembre 2013


Bruno Munari, Enzo Mari e l'Arte Programmata

di gran lunga oltre i parametri di un semplice primo post. va in Bibliografia, ovviamente. 
25 post. cp
Enzo Mari, Timor, 1957

Bruno Munari aveva progettato delle Macchine inutili già negli anni Trenta, annunciando, senza alcuna pretesa di autoreferenzialità, con intuizioni che verranno fatte proprie, successivamente da Tinguely, una strada concettuale e tecnologica per l’arte.
MANIFESTO DEL MACCHINISMO
Il mondo, oggi, è delle macchine.
Noi viviamo in mezzo alle macchine, esse ci aiutano a fare ogni cosa, a lavorare e a svagarsi. Ma cosa sappiamo noi dei loro umori, della loro natura, dei loro difetti animali, se non attraverso cognizioni tecniche, aride e pedanti?
Le macchine si moltiplicano più rapidamente degli uomini, quasi come gli insetti più prolifici; già ci costringono ad occuparci di loro, a perdere molto tempo per le loro cure, ci hanno viziati, dobbiamo tenerle pulite, dar loro da mangiare e da riposare, visitarle continuamente, non far loro mancar nulla. Fra pochi anni saremo i loro piccoli schiavi.
Gli artisti sono i soli che possono salvare l'umanità da questo pericolo. Gli artisti devono interessarsi delle macchine, abbandonare i romantici pennelli, la polverosa tavolozza, la tela e il telaio; devono cominciare a conoscere l'anatomia meccanica, il linguaggio meccanico, capire la natura delle macchine, distrarle facendole funzionare in modo irregolare, creare opere d'arte con le stesse macchine, con i loro stessi mezzi.
Non più colori a olio ma fiamma ossidrica, reagenti chimici, cromature, ruggine, colorazioni anodiche, alterazioni termiche.
Non più tela e telaio ma metalli, materie plastiche, gomme e resine sintetiche.
Forme, colori, movimenti, rumori del mondo meccanico non più visti dal di fuori e rifatti a freddo, ma composti armonicamente.
La macchina di oggi è un mostro!
La macchina deve diventare un'opera d'arte!
Noi scopriremo l'arte delle macchine!
Bruno Munari, 1938
Jean Tinguely foto di RENE' BURRI da http://fondazionemerz.org/mostre-esposizioni/prossime-mostre/
E' il 1960 quando a Parigi, con l'intenzione di trovare "nuovi approcci percettivi al reale", Jean Tinguely sottoscrive ilManifesto del Neorealismo. Il riferimento all'opera di Bruno Munari appare chiaro... 

Jean Tinguely, Trottinette, 1960 da MUSEUM TINGUELY  http://www.tinguely.ch/de/museum_sammlung/jean_tinguely.html

 Jean Tinguely, Eureka, 1964 da MUSEUM TINGUELY http://www.tinguely.ch/de/museum_sammlung/jean_tinguely.html
 Jean Tinguely, Dissecting Machine, 1965 da SIKART http://www.sikart.ch/KuenstlerInnen.aspx?id=4022334
Bruno Munari, Negativi Positivi
Poi, sempre Munari aveva inventato i Negativi-positivi e i Polariscop, oggetti cinetici luminosi a luce polarizzata, che, nei primi anni Cinquanta probabilmente segnavano i primi esperimenti di Arte Programmata, senza nemmeno che di questa fosse stata ancora riconosciuta la nascita. 



Al 1949 risale questo commento di Gillo Dorfles: «Munari ha sempre cercato di sviluppare nelle sue opere […] l’elemento metaforico: ha cercato di fissare il divenire nel momento, di porre un argine alla durata delle forme nello spazio, dei colori sulla tela, delle linee di forza nei loro impreveduti tragitti. Da questa sua ricerca sono nate quelle creature aeree – leggere bacchette sospese a fili aerei – che un soffio mette in moto e dispone in mutevoli rapporti spaziali».
Gillo DORFLES, Presentazione del catalogo Mostra di macchine inutili e pitture di Bruno Munari, "Bruno Munari", Mostra, Milano 1949, ed. a cura della Libreria Salto
http://www.munart.org/doc/bruno-munari-g-dorfles-1949.pdf
"Enzo Mari ha significato, proprio nella sua esperienza solitaria, il massimo di collettivismo, il massimo di radicalismo, il massimo di ideologia, ma anche di rigore operativo, probabilmente di tutta l’esperienza dell’Arte Cinetica e Programmata.
Che in lui ha conosciuto un antesignano, un annunciatore e uno stimolo al tempo stesso (soprattutto con le ricerche programmate sullo spazio della metà degli anni Cinquanta), più che un partecipante; poiché, infatti, la sua ricerca, che non lasciava margini per opzioni aleatorie, che non era sollecitata dalla casualità e dalla variabilità, si andò Dimostrando più prossima alla poetica costruttivista che a quella dell’Arte Programmata."
Di cui pure abbracciava in toto le aspettative per un’arte educativa, tecnologicamente avanzata, progettualmente determinata, dunque misurabile, ma che per Mari, come già intuiva Max Bill, non poteva concedersi alcuna digressione sul piano della ricognizione formale e della virtualità percettiva: "L’arte concreta, in origine, è caratterizzata dalla struttura. La struttura dalla composizione nell’idea […]. E le leggi della struttura sono: l’allineamento; il ritmo; la progressione; la polarità; la regolarità; la logica dello svolgimento […]. Così anche Enzo Mari. Le sue strutture stanno nel punto d’incontro fra pittura e plastica. Lo spazio predomina sul colore. Gli elementi delle sue opere sono: identiche dimensioni e loro progressiva trasformazione, tridimensionalità nella costruzione, ingrandimento della superficie fino al quintuplo mediante lamelle poggiate verticalmente, in conseguenza di ciò mutazione dell’immagine del quadro a seconda del punto di vista di chi osserva e del suo movimento nello spazio. Questo si riferisce a quei rilievi di gruppi di quadrati del 1956-57. Tutti colorati tra il nero e il bianco […]" 
Max BILL, in Max Bill e Bruno Munari, Enzo Mari, Muggiani Editore, Milano 1959

Enzo Mari, Serigrafia su legno, 1958 da NEURA MAGAZINE http://www.neuramagazine.com/quarantanni-darte-corraini/
"Per rendere più lineari i risultati delle mie ricerche, ne organizzo in modo sistematico le fasi: il concetto di programma diventa prima l’asse portante, poi l’obiettivo finale del mio lavoro .Sto parlando di quel tipo d’indagini che vanno sotto il nome di Arte Programmata" Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2011, pag.41   
Enzo Mari, nove oggetti per la produzione Danese, 1960-69. Dall’alto: vasi Fitomorfici; vaso Camicia; portaghiaccio Antille; vassoio Arran; doppio vaso Pago Pago; portafrutta Adal; caraffa Trinidad; contenitore da tavola Java; ciotole Tongareva da MD Post-it http://www.materialdesign.it/it/post-it/opera-e-serie-di-enzo-mari-progetto-e-produzione-tra-arte-industria-e-artigianato-_13_421.htm
Enzo Mari, Libreria componibile Glifo, dettagli del giunto (a sinistra) e scorcio di una composizione dei moduli in plastica stampati ad iniezione, 1966-68. Produzione Gavina da MD Post-ithttp://www.materialdesign.it/it/post-it/opera-e-serie-di-enzo-mari-progetto-e-produzione-tra-arte-industria-e-artigianato-_13_421.htm
Enzo Mari, Proposta per la lavorazione a mano della porcellana, serie Samos, 1973.
per Mari l’opera d’arte era il modello o il prodotto di una ricerca che si basava su una precisa metodologia di lavoro, consistente in una costante progettazione. Si trattava, dunque, di un modo quasi scientifico di intendere l’arte, non più esito di un moto romantico dello spirito saturnino, ma esito o mezzo di una ricerca che per metodologia si avvicinava molto alla progettazione architettonica o di design.”
Simona SCOPELLITI, Il design degli anni Sessanta e Settanta : un nuovo modo di intendere l'utenza, tra progetti di utopia radicale e impegno sociale , pag. 149 -http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/1711/825991-126302.pdf?sequence=2 

Enzo Mari, Cilindro P, multiplo in resina poliestere, 1959-63. Edizioni Danese
da MD Post-it http://www.materialdesign.it/it/post-it/opera-e-serie-di-enzo-mari-progetto-e-produzione-tra-arte-industria-e-artigianato-_13_421.htm
A Padova nel 1959, si costituisce il Gruppo N
(Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi, Manfredo Massironi),

a Milano nel 1959 il
 Gruppo T (Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele Devecchi, Grazia Varisco).

Con questi gruppi Mari nel 1963 avrebbe firmato il manifesto dell’Arte Programmata: Arte e libertà, impegno ideologico nelle correnti artistiche contemporanee, dove si criticava l’idea romantica di arte come espressione isolata della soggettività dell’artista e si proponeva di contro un’arte oggettiva concepita per la collettività e comprensibile da tutti“La ricerca, concretata attraverso tutte le possibilità della comunicazione visiva (oggetti, film, opere grafiche ecc.) deve essere proposta attraverso i mezzi specifici (percezione visiva) usati con la massima economia (regole gestalt-psicologiche) per stabilire con lo spettatore un contatto, che sia ilmeno possibile affidato ad ambiguità interpretative individuali (cultura, umore, contingenze geografiche, gusti)”.
AAVV, Arte e libertà, impegno ideologico nelle correnti artistiche contemporanee, in "Il Verri" n.12-1963, Feltrinelli Editore, Milano 1963. 

"In quella sede, inoltre, veniva esplicitato il ruolo dell’opera d’arte che aveva il compito di attivare la coscienza critica e contribuire all’azione rivoluzionaria. Seguiva una criticadell’idea di cultura della società contemporanea, in cui questa veniva sfruttata e strumentalizzata secondo le finalità dei gruppi di potere. Per porre fine alla distorsione capitalistica dell’arte, veniva, inoltre, proposto che si conducesse sui fenomeni estetici una verifica sistematica di tipo scientifico, in cui ogni singolo approfondimento sarebbe stato svolto come un’azione di gruppo che avrebbe portato a risultati senza firma". (Simona SCOPELLITI, Op. cit. , pag. 150.)
Dal 1962 il consolidamento delle ricerche determina il proliferare di mostre e Gallerie e Musei che si occupano del movimento divengono nel periodo delle esposizioni dei veri e propri cenacoli, offrendo nello stesso tempo l’opportunità di mostrare i risultati via via raggiunti e di confrontare esperienze di metodi e lavoro.
Gli episodi più importanti dell’anno sono le mostre di Enzo Mari e di Getulio Alviani a Zagabria, Galerija Suvremene Umjetnosti, l’esposizione del GRAV a Padova presso lo Studio Enne e la mostra “Arte programmata” allestita nel Negozio Olivetti di Milano da Munari e Giorgio Soavi.

«A me pare che già ci si trovi nei pressi dell’annuncio della nuova grande avventura!
A parte le formidabili anticipazioni di Munari, comunque, l’Italia fu davvero decisiva per il sorgere e ancor più per lo svilupparsi di questo movimento.
Se Parigi fu infatti il quartier generale e il centro di irradiazione e diffusione del verbo programmatico e cinetico, l’Italia ne fu il vero laboratorio, l’officina inesausta e brulicante di operatori affamati di tecnologia, modernità, e di progettualità al confine fra utopia, sogno e scienza. Oltretutto il termine “Programmata” nacque proprio in Italia, con la felice intuizione lessicale di Umberto Eco, in occasione della ormai celeberrima mostra al Negozio Olivetti di Milano, nel 1962, cui seguirono le esposizioni sempre della Olivetti, a Venezia e a Trieste.»
Giovanni GRANZOTTO, Arte Programmata e Cinetica: origini, successo, declino e rinascita, in AAVV, “Percezione e Illusione” arte programmata e cinetica italiana, Mostra, Buenos Aires 2013, ed. Il Cigno GG, Roma 2012 pag. 15 - http://www.studioartegr.com/images/mostre/Progetto%20definitivo.pdf
http://www.youtube.com/watch?v=8gTuxD4iK6U
  Bruno Munari, Colonna a 9 sfere, 1962
Alberto Biasi, Interferenza Dinamica, 1961 
da FLAMINIO GUALDONI http://flaminiogualdoni.com/?p=10123

 Ennio Chiggio, Bispazio Instabile, 1962 da FLAMINIO GUALDONI http://flaminiogualdoni.com/?p=10123
 


 Manfredo Massironi,
Tony Costa, Visione Dinamica, 1962 da AT CASA http://atcasa.corriere.it/Biennale-Architettura-2012/In-citta/2012/08/31/olivetti-arte-programmata-munari-scarpa_11.shtml 

"Il movimento dell’arte programmata approfondisce ed accentua (...), non tanto la problematica ‘ingegneristica’ e ‘architettonica’ della creatività, quanto l’aspetto ‘etico’ complessivo dell’arte, del suo farsi, del suo organizzarsi, del suo diffondersi; in questo senso esso rappresenta un momento storico comunque nodale, poichè l’operazione creativa viene definitivamente a perdere ogni componente spiritualistica che, nonostante tutto, aveva caratterizzato quasi tutte le avanguardie storiche e perciò conquistando una precisa configurazione laica, antiromantica ed antimetafisica: all’intrecciarsi delle due forze vitali della cultura profonda delle avanguardie, lo spiritualismo e il materialismo, questo momento storico sostituirà il coniugarsi di razionalismo scientifico e di ideologia politica, compensando la perdita consequenziale del ‘poetico’, dell’universale interiore, con una diffusione universale dell’arte, con una ostentazione dimostrativa dei meccanismi più segreti della invenzione creativa, con la fissazione dei linguaggi formali su codici linguistici ossessivamente minimali e geometrici. 
Proprio per ciò il movimento dell’arte ‘programmata’ tende ineluttabilmente a confrontarsi con l’ ’arte progettata’, con l’arte cioè realmente ‘costruttiva’, progettuale ed architettonica." (Ernesto L. FRANCALANCI, Note su alcuni materiali teorici dalle avanguardie storiche agli anni ’60, "Lea Vergine, L’ultima avanguardia. Arte programmata e cinetica 1953/1963", Mostra, Milano 1983, ed. Mazzotta).

Ispirandosi all'Arte Programmata, anzi acquisendone la ricerca, lo spirito e i principali esponenti, con fondamentale interesse per i fenomeni percettivi e cinetici, nasce negli States, in contrapposizione alla Pop Art, l'Optical Art, poi contratta in Op Art.
http://www.youtube.com/watch?v=vaUme6DY8Lk
Fu la rassegna 'The Responsive Eye', del 1965, organizzata per il M.O.M.A. di New York da William Seitz, a portarla alla ribalta, grazie agli artisti provenienti da ogni parte del mondo, dai francesi Vasarely e Morellet all'inglese Riley, dagli italiani del Gruppo N ai Gersterner e Mack, all'israeliano Agam agli americani Louis, Stella, Noland e Albers.


Trailer di "The Responsive Eye"

Documentario  The Responsive Eye di Brian de Palma, 1965
"Più la modernità si agita per inventare umane soluzioni o anche soltanto umane distrazioni alle domande oscure che non avranno mai risposta e più la modernità produceinsopportabili solitudini."
Ettore SOTTSASS, Foto dal Finestrino, Adelphi, Milano 2012, pag.25







Antonino Sinicropi